È risaputo l’ importanza di fermarsi e rallentare, ma cosa significa rallentare e metabolizzare? Poche volte è così chiaro quanto metabolizzare abbia bisogno di tempo.
Metabolizzare è simile all’aspettare che un ciclo dell’esperienza si concluda. È un po’ come, dopo aver visto un film coinvolgente al cinema, si decidesse di stare sulle poltrone davanti ai titoli di coda, ascoltando pazienti la musica, guardando l’opera da “dietro le quinte” e assaporando il tipo di sensazioni che ci ha lasciato il film facendole nostre.
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Cosa vuol dire metabolizzare una situazione?
Un termine che ha tanti sinonimi: possiamo anche dire digerire, assimilare, elaborare un’esperienza. Metabolizzare però rivolge l’attenzione più direttamente al corpo. L’immagine che evoca ti può aiutare a sentire alcune situazioni che vivi come dei veri e propri pasti. Così potrai dare più direttamente uno sguardo alla tua esperienza corporea.
Per metabolizzare serve tempo.
Serve del tempo quando hai introdotto o si sono introdotte nella tua vita esperienze, attività, situazioni in cui hai avuto un’attivazione emotiva intensa, impegnando gran parte delle tue energie.
Immagina di trovarti di fronte ad un pasto pesante
Immagina di trovarti di fronte ad un pasto difficile da digerire per caratteristiche degli ingredienti e tipo di cottura e per caratteristiche del tuo metabolismo. Immagina di mangiarlo velocemente, interamente e in una situazione scomoda, magari al freddo. Un connubio difficile per il quale ti sarebbe servito del tempo, almeno per scegliere se, quanto e come mangiarlo, dandoti la libertà di metterti comodo.
Non avendolo fatto però, immagina di poterti concedere dello spazio, del tempo per metabolizzarlo. Avrai bisogno di più calma, calore e meno attività successive. Potresti aver bisogno di un tempo un po’ più dilatato per digerire ed essere pronto per un altro “round” (o “meet” chissà) solo più tardi.
Nella vita può accadere la stessa cosa. Sono innumerevoli gli esempi di tante situazioni indigeste piccole e grandi, connotate da “scossoni” emotivi che rendono gli eventi più complessi da metabolizzare.
Scossoni che a volte sono veri e propri traumi, fratture, che richiedono tempo e spazio per essere accettati dall’organismo e integrati nella propria storia personale.
Quando metabolizzare una situazione difficile?
Quando la nostra vita viene messa a dura prova ognuno ha il proprio modo e tempo di reagire per rimanere in equilibrio. Ogni persona sente quando è il momento giusto per metabolizzare un evento caratterizzato da forte stress. Potresti avere il desiderio di prenderti del tempo per elaborare degli urti, ma non potendotene occupare, per tanti motivi legittimi, potresti decidere di farlo in un momento successivo.
Talvolta avviene, invece, che sia difficile affermare a sé stessi di aver ricevuto uno scossone durissimo, un urto doloroso, e solo dopo averlo affermato sia possibile aiutarsi a curare la propria ferita.
A volte invece sei tu stesso, attraverso il tuo Corpo, a dare inizio alla metabolizzazione prima ancora di accorgerti che lo stai facendo.
Attraverso l’esistenza corporea potresti trovarti ad aver cominciato ad esprimere ed esprimerti bisogni diversi da ciò che l’impostazione della routine è in grado di soddisfare. Trovandoti fermo prima di accorgerti di esserti fermato.
Sono vari i modi e i tempi con cui una persona comincia a metabolizzare, a volte però il prolungato evitamento di questa fase porta dei rischi per il benessere psicologico.
Quali possono essere le conseguenze dovute alla mancanza di una sufficiente metabolizzazione di colpi duri, eventi difficili e acuti?
Evitare o procrastinare l’elaborazione di eventi stressanti paradossalmente porta sé stessi a reagire allo stress in modo più vulnerabile e “squilibrarsi” facilmente perché in precaria stabilità emotiva.
Ognuno ha il proprio modo di “squilibrarsi”, ma comune è l’esperienza di essere poco tolleranti alle situazioni stressanti e fragili di fronte ad ulteriori micro stress. La principale conseguenza è uno stato di tensione prolungato, dovuto ad una specie di persistente sabotaggio del bisogno di autoregolarsi, dando ritmo ai cicli della propria esistenza.
Tra le conseguenze di maggiore sofferenze possiamo incontrare il burnout, lo stress generalizzato, il disturbo post traumatico da stress e stati d’ansia. Molteplici sono i nomi e cognomi delle sofferenze psichiche che una persona può provare. L’atteggiamento disfunzionante è andare avanti come se non fosse accaduto nulla di grave, anestetizzando la parte ferita, procedendo in un modo rigido, meccanico, Horney direbbe “nevrotico”.
Come metabolizzare una situazione?
Metabolizzare… al solo pronunciare la parola viene da fare un respiro più profondo e completo e dedicarsi solo a questo. In quante sedute ho ascoltato e pronunciato questa parola, offerta dalla consapevolezza. La psicoterapia è uno spazio molto utile per metabolizzare.
Metabolizzare è dare spazio prima di tutto alla narrazione di ciò che è successo, di quanto si è vissuto, riservando del tempo dedicato ad “ascoltare” ciò che è successo e sentirne gli effetti piacevoli e spiacevoli, così da regolare le esperienze successive.
Attraverso la ricostruzione narrativa interna a sé o condivisa con l’altro, il pensiero e le emozioni ricevono l’opportunità di riordinare i frammenti della propria storia e integrarli nella propria vita presente.
Offrire dello spazio e tempo per metabolizzare eventi significativi offre alla propria vita una nuova Luce e la meravigliosa sensazione di essere presenti.
Ultimo aggiornamento 17 Aprile 2024 by Gloria Frizzarin Psicologo Padova