Lavoro sul corpo e sulle emozioni

Cosa infonde energia alle nostre azioni?

Mi piace descrivere l’emozione come il carburante, l’energia, per muoverci o per fermarci per andare verso o per ritirarci. Come Persone ci muoviamo (o ci fermiamo) spinti dai bisogni specifici introdotti da eccitamenti basilari iniziati a loro volta dalle emozioni a seconda della situazione in cui ci troviamo.

Si potrebbe dire che le emozioni sono “il linguaggio dell’organismo” in contatto con l’ambiente. Un organismo che parla nel qui e ora, di situazione in situazione. Le emozioni producono le cariche energetiche che muovono l’organismo verso il soddisfacimento dei propri bisogni.

In un certo modo permettono all’organismo di dialogare con se stesso per mobilitarsi. Troviamo questo dinamismo a partire dall’etimologia della parola stessa di “emozione” da ricondursi al latino emovère (ex = fuori + movere = muovere) letteralmente portare fuori, smuovere, in senso più lato, scuotere, agitare.

L’emozione in un primo momento si manifesta con un’agitazione, uno scuotimento, una vibrazione. Punto di accesso per la consapevolezza il contatto con le proprie emozioni diventa la strada per lavorare sul presente e sui bisogni della persona, quindi sul cambiamento e l’autorealizzazione.

Nella tecnica della consapevolezza le principali tre domande che il gestaltista fa al proprio paziente sono:

“Cosa fa?”; “Cosa sente?”; “Cosa vuole?”. Ne può aggiungere altre due per estendere il raggio di orientamento per vedere cosa succede dentro e fuori di sé con: “Cosa evita?”; “Cosa si aspetta?”.

Queste cinque domande in terapia vanno a promuovere l’autoappoggio di sé e il senso di responsabilità che riconsegna potere a sé stessi e possibilità di movimento traendo un maggior ventaglio di possibilità su cui poi esprimere la scelta migliore.

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AMBITI TERAPEUTICI

Dato che il nostro scopo è quello di fare di ognuno di noi una persona sana, il che significa una persona integrata senza conflitti, quel che dobbiamo fare è rimettere insieme i vari frammenti del sogno. Dobbiamo riappropriarci di queste parti proiettate e frammentate della nostra personalità, e riappropriarci del potenziale nascosto che compare nel sogno.

Perls F., “La terapia gestaltica parola per parola”