Mentre si comunica, il rispecchiamento è una tecnica dell’ascolto attivo utile a comunicare senza giudicare.
Alla base della buona comunicazione c’è la capacità di ascoltare.
Il dialogo si complica infatti quando comincia l’interpretazione di ciò che vuole dire l’altro, il giudizio, la correzione delle sue parole o dei suoi contenuti. Troppo spesso gli interlocutori, durante la relazione hanno fretta di dire che cosa ne pensano, completare frasi, aggiustarle, stroncarle, ammutolirle. L’ascolto è una pratica seria, seria nel senso che richiede rispetto. Sta alla base del rispetto di sé stessi e dell’altro.
C’è chi pensa che ascoltare significhi annuire in silenzio (stare zitti non parlare), oppure porre domande intelligenti e parlare poco.
Pochi si ricordano che ascoltare include il comprendere. Ascoltare è fare spazio, lasciare spazio libero per offrirlo a ciò che sta comunicando l’altro e tenere dello spazio libero per sé per entrare in connessione con lui.
Questo fare spazio è efficace sia per il dialogo con i propri figli, sia con il proprio partner che con sé stessi, mentre si intraprende l’affascinante e sorprendente dialogo interno.
Cos’è la tecnica del rispecchiamento?
La tecnica del rispecchiamento comporta l’osservazione dell’altro, senza giudizio, quindi osservazione invece che valutazione. Una rivoluzione copernicana destinata a trasformare (positivamente) il clima relazionale dei rapporti umani.
Puoi rispecchiare l’altro riflettendo con rispetto ciò che stai osservando in lui, attraverso i gesti o le parole. Ti può essere utile questa tecnica quando chi sta comunicando con te è emotivamente coinvolto e sta esprimendo se stesso con energia, intensamente, oppure quando sei tu a sentirti molto coinvolto ed emotivamente scosso.
Il rispecchiamento ti permette di mettere spazio tra te e l’altro, per dei secondi. Noterai che in quei secondi diminuiscono le parole, i discorsi o i fiumi di discorsi. Noterai la tua posizione essere più centrata e predisposta ad accogliere ciò che di vero e autentico ti sta offrendo l’interlocutore. Sia tu che l’altro ricomincerete a respirare.
L’ ascolto attivo
Il rispecchiamento è una tecnica tipica dell’ascolto attivo. Attraverso te, chi ti sta di fronte ha la possibilità di vedersi come in uno specchio. Ascoltare in questa maniera è un processo attivo che richiede tutta la tua attenzione.
Se sei dentro una scena di espressione di rabbia o tristezza con i tuoi figli o alunni , grazie al rispecchiamento dei loro pensieri e dei loro sentimenti, li metterai nella condizione di prestare attenzione a sé stessi e capire meglio che cosa stanno comunicando. Mostrare loro cosa stanno mostrando. Oltre a sentirsi visti avranno l’opportunità di modificare il modo in cui si stanno esprimendo, senza aver ricevuto, pensa, giudizi o disapprovazione, ma anzi incoraggiamento ad ascoltarsi autonomamente. Mettiti quindi nei panni del bambino, sii empatico e riformula con cura le sue parole, mostrandogli che stai cercando veramente di capirlo.
Perchè è importante l’ascolto attivo?
L’ ascolto attivo è una tecnica utile per capire l’altro e aumentare la connessione reciproca.
Ha origine dal metodo dell’ascolto empatico di Rogers (1951) e ha le seguenti caratteristiche:
- l’ascoltatore presta attenzione sia al contenuto che ai segnali non verbali di chi parla, cogliendo l’emozione che sta provando
- astensione da giudizi
- uso della riformulazione e della parafrasi di ciò che si sta ascoltando, per dare spazio all’altro di aprirsi ulteriormente e dire di più o in modo diverso ciò che vive per farsi capire
- l’ascoltatore mette nel campo il suo capire se ha capito, in modo attivo
L’ ascolto attivo prevede una partecipazione interessata dell’ascoltatore ed è un buon modo per dare importanza al momento interattivo impegnato ad una reale comprensione dell’altro.
In che cosa consiste il rispecchiamento?
Un esempio di rispecchiamento delle emozioni nella relazione con i bambini:
“Il tuo viso sembra arrabbiato e scuro… e ora arrivano anche tante lacrime”
“Sembri molto triste” (e il bambino potrebbe rispondere: “No, sono terribilmente triste!”).
Potrebbe succedere che il bambino voglia correggere le parole rispecchiate e questo è molto utile perché gli permette di identificarsi con quello che sta sentendo veramente con parole sue.
Allo stesso tempo è un ottimo esercizio di collaborazione con il bambino perché faccia chiarezza in sé stesso, senza che la tua opinione prevalga sulla sua consapevolezza.
Un breve vademecum:
- Rispecchiare non è ripetere a pappagallo
- Puoi scegliere di rispecchiare solo l’essenza di quello che hai ascoltato
- Puoi decidere di rispecchiare un comportamento con le tue parole: “stai prendendo a calci il tavolo”
- Puoi riassumere in modo che il bambino non si dilunghi in una narrazione senza direzione
- Puoi rispecchiare la qualità emotiva: “Dentro di te forse c’è della rabbia?”
- È bene rispecchiare anche gli aspetti positivi: non focalizzarti solamente su emozioni o comportamenti “disturbanti” ma accorgiti e dai rilevanza anche ai cambiamenti positivi o le emozioni di gioia e stupore.
- Rispecchia ciò che il bambino scopre di nuovo su di sé o su ciò che gli sta succedendo
- Verifica che ciò che stai osservando corrisponde davvero alla sua esperienza: “È come se…”, “Alle volte ci sono bambini che…”, “Sembra che ci sia qualcosa in te…”, “Mi viene in mente che…”, “Mi domando se… “.
- Sono preferibili le affermazioni invece che le domande, lo spazio offerto è più ampio.
La tecnica del rispecchiamento è molto utilizzata dalle professioni di aiuto, ma consiglio di esercitarla e utilizzarla anche nella propria vita quotidiana con bambini e adulti, quando le emozioni sono molto intense.
Concludo con questa citazione tratta dal libro che mi ha ispirato e da cui sono tratti i molti esempi, “Il Focusing e i bambini” (Stapert e Verliefde).
“È il modo in cui gli adulti li ascoltano a determinare quello in cui i bambini a loro volta ascolteranno”
Ultimo aggiornamento 7 Febbraio 2023 by Gloria Frizzarin Psicologo Padova