Conoscersi e diventare consapevoli di sè stessi richiede di dedicare del tempo per riconoscere le proprie emozioni.
Hai mai pensato che il riconoscere le tue emozioni è un’abilità che puoi apprendere? Un’abilità necessaria per sviluppare l’autoconsapevolezza.
Si sente parlare molto delle emozioni e oggigiorno un minimo bagaglio lessicale emotivo è entrato in uso nel linguaggio comune.
Nei programmi psicoeducativi per genitori e bambini non è raro trovare almeno un percorso sulla conoscenza delle emozioni e sulla loro espressione e diversi approcci sostengono l’importanza di avviare corsi di alfabetizzazione emotiva, tanto da trovarne dei segni nella cultura attuale. Pensiamo al successo che ha ottenuto il film di animazione “Inside Out” !
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Perché è importante saper riconoscere le emozioni?
Dare attenzione alla propria vita interiore aiuta a controllare le emozioni e a non esserne sopraffatti.
Per alcune persone è molto difficile autocontrollarsi e ascoltarsi. Agire e prendere decisioni sotto l’impulso delle emozioni però può essere molto rischioso per sè e per gli altri.
Questa difficoltà sicuramente la riscontriamo nei bambini (fino ai 3 anni almeno), ma quanto è difficile anche per gli adulti governare gli impulsi di agire “troppo a caldo”!
È difficile autocontrollare le emozioni intense e negative. Pensiamo alla collera, alla forte tristezza o all’ansia. Tutti sentimenti molto “forti” per intensità e durata.
Sviluppare la capacità di riconoscere le proprie emozioni e dialogare con sè stessi per calmarsi o incoraggiarsi, rappresenta la strada regia per capirsi, conoscersi e governare la propria attività mentale, senza incorrere in continui sentimenti tormentosi.
La capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui esso si presenta è la chiave dell’autoconsapevolezza.
Come riconnettersi con le proprie emozioni
L’ autoconsapevollezza è un frutto della mente, in particolare dell’attivazione delle aree del linguaggio che si trovano nella neocorteccia, le quali permettono di dare un nome alle emozioni risvegliate.
Pronunciare il nome di ciò che si sta sentendo a qualcuno o internamente a se stessi offre fin da subito un effetto calmante, uno spazio emotivo temperato che ricolloca sè stessi nel presente.
Nominare e riconoscere le proprie emozioni sposta l’attenzione sulle sensazioni comporee presenti e restituisce un senso immediato di sollievo.
Questa funzione della mente ci porta ad offrire attenzione alla propria esperienza in modo introspettivo e riflessivo. Il passo principale è accorgersi di essere emozionati!
Per riconoscere le emozioni può essere utile descriverle dal punto di vista fisiologico.
In generale, un’emozione sorge prima che la persona ne sia consapevole. Essa sorge attraverso un’agitazione “preconscia”, che se intensa, irrompe nella consapevolezza: è quel momento in cui la persona si accorge, ad esempio, di avere paura.
Per entrare nella consapevolezza l’emozione dev’essere riconoscibile da noi o da qualcuno che ci vede o sente e che ce lo riferisce. Possiamo riconoscere le nostre emozioni, quindi, anche grazie ai feedback che gli altri ci danno mentre interagiamo con loro.
Ad esempio, se qualcuno ci fa notare che abbiamo un modo nervoso o scorbutico di comunicare, possiamo accorgerci che effettivamente ci sentiamo nervosi e irritabili. Così possiamo riflettere su ciò che non va e che cosa ci ha dato disagio.
Come gestire le emozioni negative
Riconoscere gli stati emotivi che viviamo e i pensieri correlati dà il potere di agire su di essi e modificarli.
Verrà così modificato il nostro approccio emotivo e cognitivo verso la realtà che percepiamo.
Non riserva in alcun modo l’evitare le emozioni negative, come la tristezza e la paura, ma aiuta a controbilanciare i sentimenti negativi con quelli positivi, senza che i primi spazzino via i secondi.
“La struttura delle connessioni cerebrali comporta che non possiamo assolutamente controllare in quale momento verremo travolti dalle emozioni, né quale emozione ci travolgerà. Tuttavia, possiamo, in una certa misura, controllare la durata delle emozioni.” (D.Goleman, Milano, 1995).
Gestire le emozioni negative e il loro perdurare lascia libera la persona di dedicarsi ad altre situazioni e circostanze aprendosi ad altre sensazioni, incontri ed esperienze.
L’ autoconsapevolezza, infatti, esercita e sviluppa in chi la intraprende, la capacità di sentire e capire i propri sentimenti. E questo porta a sentire e capire i sentimenti degli altri, andando ad accrescere quella che Daniel Goleman chiama “Intelligenza Emotiva”.
Ultimo aggiornamento 7 Febbraio 2023 by Gloria Frizzarin Psicologo Padova